Alfredo Corti
Storia e cultura > Personaggi
(Tratto da “Una montagna di Fotografie”)
CENNO SULL’ATTIVITA’ ALPINISTICA DEL PROF. ALFREDO CORTI
IN VAL D’ARIGNA
“Spesso, nelle sue scalate, Corti si legò anche a qualche collega di università. Uno di questi fu il prof. Guido Vernoni, carissimo amico che insegnava Patologia Generale all’Università di Roma; entusiasta della montagna, fu il compagno del Corti in moltissime occasioni, fino a quando rotolarono insieme, nel bel mezzo di una bufera, lungo la parete nord del pizzo di Coca.
Dopo quella rovinosa e interminabile scivolata, si risvegliarono entrambi dentro la grossa crepaccia terminale del ghiacciaio dei Marovin.
Il Vernoni aveva un femore rotto, mentre il Corti aveva lo sterno e un polso fratturati, Dopo aver sistemato al meglio l’amico, lasciandogli tutto quello che aveva con sé, Corti scavò nella neve con una mano, riuscì a raggiungere il bordo del crepaccio e di lì, prima scivolando verso valle e poi seguendo con gran fatica il sentiero, raggiunse le baite Michelini, dove il fratello Bruno, di 16 anni, si era fermato ad aspettarli.
La difficoltà più ardua fu quella di riuscire a convincere i pastori a recarsi su quel ghiacciaio, da loro temuto come luogo di convegno di demoni e streghe.
Alla fine però, dopo numerose sollecitazioni e promesse, il Corti mise insieme una piccola squadra di soccorso che raggiunse il crepaccio e, con l’aiuto di una scala, riuscì a recuperare il povero Vernoni che, nel frattempo, pensando che non sarebbe mai più uscito di lì, aveva inciso, sul coperchio di una scatola di latta che aveva nello zaino, alcune parole di addio per la madre e i parenti.
Ritornati dopo molte ore alle baite, i due feriti vennero trasportati a valle, distesi ciascuno sui pioli di una scala e di qui raggiunsero l’ospedale di Sondrio.”
L'inaugurazione del Bivacco Corti
