Incisioni Rupestri - Val d'Arigna

Val d'Arigna
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Incisioni Rupestri

Notiziario 16-2018 - ISTITUTO ARCHEOLOGICO VALTELLINESE - Incisioni Rupestri in Val d'Arigna - Aut. Stefano Pruneri     

In data 29 giugno 2018 è stata effettuata dallo scrivente una ricognizione
in Val d’Arigna (fig. 1), in comune di Ponte in Valtellina (SO), per documentare
un masso inciso rinvenuto dall’Arch. Gianmario Bonfadini di Sondrio
sul versante orientale della valle (fig. 2) a monte della località Baite Moretti
(1.456 m s.l.m.), in prossimità del percorso che sale alla località Campei
e da qui al valico della Pesciola (1.806 m s.l.m.)(1).
Il masso tabulare, che affiora tra i rododendri al limitare di una macchia
boscosa ha forma quadrangolare e orientamento da NE a SO 
(lungh. max: 0,67 m; largh.: 0,61 m ca.; h visibile: 0,15/0,21 m).
La sua superficie superiore, leggermente inclinata verso O, appare
com-pletamente ricoperta da incisioni (figg. 3-4-5) realizzate con tecnica a
graffito, solo parzialmente nascoste dai licheni: numerosi segni filiformi
formano un fitto reticolo all’interno del quale spiccano, accanto ad alcuni
solchi lineari più larghi e profondi, diversi motivi quadrangolari, cruciformi
e stelliformi rac-chiusi entro cerchi (in alcuni casi potenziati da
microcoppelle incise alle estre-mità delle loro aste), oltre ad alcuni 
elementi ‘a foglia’; altre incisioni filiformi sono parzialmente visibili 
in corrispondenza del fianco orientale del masso.
Le suddette tipologie trovano confronto, limitando l’analisi al versante
oro-bico nelle vicinanze della Val d’Arigna, con le incisioni della rupe
istoriata di località Le Biorche a Piateda(2) e con quelle di Paiosa (Boffetto)
sopra Sazzo(3), queste ultime rinvenute sotto uno spesso strato di intonaco
nell’Oratorio di San Rocco e cronologicamente ascrivibili ad epoca medievale.
Nelle vicinanze del masso sono state inoltre individuate diverse concentrazioni
di pietre ad andamento curvilineo (cfr. fig. 6), interpretate come resti
di strutture murarie a secco riferibili ad un ampio recinto di forma 
quadrangolare,il cui andamento è stato individuato durante la fase di lettura 
e interpretazione delle fotografie aeree zenitali della zona (cfr. fig. 7). 
Tale recinto, lungo il cui perimetro sono visibili almeno due anomalie di forma 
quadrangolare (resti di baite, stalle?), raggiunge una lunghezza massima 
da NE a SO di 90 m, per una larghezza di 71 m circa; esso è interpretabile in via 
preliminare come bàrech, recinto utilizzato per il bestiame, mentre la sua 
esatta cronologia deve essere ancora determinata.
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(1) Si ringrazia l’Arch. Gianmario Bonfadini per le preziose informazioni 
e per l’attiva partecipazione alla fase ricognitiva.
(2) PIERLUIGI ANNIBALDI, MARIO GIOVANNI SIMONELLI, Le Biorche (Piateda): rupe istoriata,
in Notiziario dell’Istituto Archeologico Valtellinese, n. 9, 2011, pp. 1-10.
(3) idem, pp. 115-116.
Testi e foto di proprietà dell'autore dell'articolo 

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