Val d'Arigna: ritorno al 1884 - Val d'Arigna

Val d'Arigna
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Val d'Arigna: ritorno al 1884

Storia e cultura

ARTICOLO TRATTO DALLA PRIMA GUIDA ALLA VALTELLINA
(Sezione valtellinese del Club Alpino Italiano, anno1884)


La Valle d’Arigna – Dalle Casacce una via carrettabile scende sull’Adda, e, attraversato il fiume su di un ponte in pietra, sale a Sazzo, dove v’ha una bella chiesa dedicata a S. Luigi, e dove Stefano Quadrio, il valente condottiero del secolo XV, ebbe un castello. Da Sazzo una via mulattiera s’alza a sinistra su per il monte e quindi entra nella Valle d’Arigna, in fondo alla quale scorre il torrente Armisa. Dopo due ore di cammino fra selve e prati si giunge al villaggio d’Arigna (825 m.), che dà il nome alla valle.

Da tempo immemorabile gli abitanti d’Arigna esercitano l’arte della tessitura, alla quale attendono specialmente durante l’inverno. Ogni casupola ha il suo telaio, e molte ne hanno più d’uno ; tanto che nel villaggio si contano poco meno di cento telai. Qui si tessano i grossi panni di lana onde si vestono nel verno i contadini dei paesi vicini, la tela di canape che essi usano, le coperte, ecc.

Risalendo la Val d’Arigna in un’ora e mezzo si arriva ai Forni (1290 m.), alpe ricca di prati e pascoli, e in un’altra ora al fondo della Valle (1590 m.), un’ampia conca a cui fanno severa corona le creste dirupate del Pizzo del Diavolo, che dagli Arignaschi si chiama Pizzo del Drouet, quelle degli speroni del Pizzo Cocca e della Punta di Rodes. Le insenature che intersecano le rocce sono ricolme da nevai e da ghiacciai, tra i quali è imponente quello di Cocca tormentato da crepacci. Poco dopo i Forni un sentiero si alza sulla pendice occidentale della Valle e conduce in circa tre ore al sommo del ghiacciaio di Cocca, che si attraversa diagonalmente verso sud-est senza difficoltà, fino alla bocchetta che mette in Val Seriana. E’ questo il Passo di Cocca (2640 m.), una volta assai frequentato, come lo prova la strada che vi conduceva, la quale in alcuni punti, fin verso il ghiacciaio, appare tuttora selciata. Gli abitanti della Valle d’Arigna dicono che per esso transitava il minerale di ferro. La discesa verso l’Alpe Cocca (1955 m.) si fa lungo una china assai ripida, che suole nella prima estate essere ricoperta di neve. Dall’Alpe Cocca, in meno di tre ore si giunge a Bondione (938 m.), borgo sulla strada carrozzabile della Valle Seriana.
Più malagevole è il Passo del Diavolo, che, girando all’est del Pizzo del Diavolo, per nevai e dirupi, mette alla vasta conca del Berbellino, e per essa ancora a Bondione.
Dal fondo della Valle d’Arigna si può senza difficoltà passare alla Val Malgina.
Il Pizzo Cocca, acuta e dirupata piramide, alto quanto il Redorta e forse qualche metro più, non si vede dalla Valle d’Arigna; esso venne salito, nel 1879, dagli ingegneri Giuseppe Nievo e Albani, e dal Restelli (Boll. C.A.I., N. 40 pag. 203), e non sappiamo se questa sia stata la prima ascensione, né se si sia poi asceso da altri. Non sappiamo neppure di ascensioni tentate da Arigna alla tripartita cima del Pizzo Drouet ; sappiamo invece che venne dal Passo di Cocca tentato invano la salita alla Punta di Rodes (pag. 207) (Boll. Cit. pag. 207).


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